Questa sera alle ore 21,25 su RAI UNO, Cefalù farà da sfondo alla docufiction “Io, una giudice popolare al Maxiprocesso”: le ansie e i problemi di vita quotidiana, le scorte h24, i dubbi, ma a prevalere è il senso etico e civile per un futuro migliore. Il ruolo delle tre giudici popolari del maxiprocesso di quella corte di assise che processò più di 450 imputati dando nome e cognome a Cosa Nostra, per cui, per dirla con il regista Francesco Micchichè, «esiste un prima e un dopo il maxiprocesso». La storia di una professoressa e due casalinghe con fascia tricolore, accanto ai giudici Alfonso Giordano e Pietro Grasso, di fronte a Liggio, Bagarella, Calò (“quando entrò Buscetta che chiese di testimoniare, in aula dalle gabbie, raccontano, calò un silenzio gelido» tra boss e sicari).
Cefalù è protagonista della vicenda, non solo per aver fatto da sfondo alle riprese, girate lo scorso mese di luglio e per la realizzazione delle quali l’Amministrazione ha fornito il massimo supporto logistico, ma soprattutto perché le vicende di Francesca Vitale si intrecciano con il vissuto dei giudici popolari cefaludesi che contribuirono a scrivere una pagina fondamentale della lotta alla mafia: Franca Agnello, Teresa Cerniglia, Mario Lombardo.
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